giovedì 27 settembre 2012

Odontoiatri nel Neolitico

I dentisti del Neolitico.

Grazie ai resti di una mandibola di 6500 anni, rinvenuta in Istria, si svelano le tecniche a cui ricorrevano i nostri antenati per curare i denti.

La fobia del dentista è sempre nota, ma con il mal di denti non ci si può proprio convivere né ora né 7000 anni fa.
Il ritrovamento di sei anni fa, in un'area del Pakistan, corrispondeva a dei molari umani, e lo studio archeologico, ha rilevato evidenti segni di incisione a forma di anelli concentrici, opera di una mano umana.
Si trattava della più antica testimonianza di pratica dentistica mai scoperta fino ad allora.
Altri due furono i ritrovamenti che potevano suggerire l’esecuzione di interventi odontoiatrici: uno, nella necropoli italiana di Gaione potrebbe indicare la possibilità di un trattamento dentale, l’altro, nel cimitero egiziano di Gebel Ramlah, è un dente artificiale dell’età della pietra.
Un nuovo studio suggerisce la possibilità che, nel Neolitico, tra tutte queste primitive forme di odontoiatria, fosse diffusa anche la pratica dell’otturazione: attraverso gli esami condotti su un reperto rinvenuto nei pressi del villaggio istriano di Lonche, in Slovenia, e conservato nel Museo di Storia Naturale di Trieste, i ricercatori hanno scoperto che già 6500 anni fa gli uomini avevano elaborato tecniche in grado di lenire la sofferenza, causata dai problemi ai denti, grazie alla cera d'api.



in foto: Il reperto del Museo di Trieste (foto PLOS ONE)



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